sabato 11 maggio 2013

2 anni dopo: una riflessione.

Bhe, che dire? Di blog fantasma ne ho tanti, ma questo è l'unico che ha visto un po' di vita e uno scopo ben preciso.

Ripassandoci oggi per caso noto che sono passati circa due anni dal giorno della sua sospensione - e, forse, conclusione.

Voglio approfittarne per tirare le somme. E' una riflessione personale in realtà, ma scrivendo qui può darsi che ci sia un'eco di qualche genere tra qualche tempo.




Da quel che ricordo l'idea era nata passeggiando su una spiaggia di Ostia con un amico.

Il discorso era partito da tutt'altro, ma quando ci si fanno alcune domande, per trovare una risposta serve scavare a fondo.

In quel momento mi trovavo in un limbo. Niente di serio, per carità, ma mi sentivo identico ad anni prima e non c'erano cambiamenti in vista. Non avevo raggiunto nessun obiettivo né me ne fissavo altri da raggiungere. Vivevo ancora con i miei genitori, e per sforzarmi a finire finalmente un corso di studi infinito non portavo avanti nient'altro. Avevo tante passioni e progetti in un cassetto, che continuavo a rimandare, rimandare, rimandare. Domani, mi dicevo. Oggi ci sono cose più urgenti.

Un'altra conclusione a cui ero giunto è che "emulavo". In una stanza piena di gente che studiava, studiavo; se lavoravano, lavoravo. Mi serviva un ambiente adatto per fare qualcosa.

La camminata proseguiva da parecchio tempo quando il mio amico disse: "Magari se incontrassi altri che fanno fumetti, finalmente riusciresti a portare a termine qualcuna delle tue mezze idee".

La camminata proseguì per un altro po'. E dopo saremmo dovuti tornare indietro. L'idea di partenza era vera, ma da sola non aveva senso. Passo passo ci misi del mio. Di ritorno all'ombrellone, avevo un'idea chiara:

un laboratorio fumettistico. Un atelier, o qualcosa del genere.

L'idea era nata in maniera forse egoistica, ma alla fine c'era qualcosa di più.

Al primo Romics disponibile volantinai la mia stessa idea, mi sembra che stampai un migliaio di volantini orrendi. Altre promozioni casarecce, un paio di ragazzi effettivamente interessati, e l'idea partì.

Incontri a tema fumetto. Nessun maestro, nessuna autorità, nessuna idea pianificata. L'idea di cosa fare, e come farlo, doveva nascere di volta in volta dalle idee e dalle voglie dei partecipanti.

I primi incontri li passai da solo coi gestori del pub. Ricordo un'amica del liceo che venne un paio di volte.

Credo che in ordine sparso, sono stato solo la metà del tempo. E verso la fine ebbi la geniale idea di abbandonare un incontro dopo poco che era iniziato, per "vedere come andava senza di me", e andare con un amico a fare un'altra cosa. Geniale cazzata, l'estate stava arrivando, e credo di aver contribuito alla fine del progetto.

Ma qualcosa di bello c'era stato.

I primi ragazzi interpretarono l'idea come una specie di fucina creativa, per mettere idee in comune, portarle avanti e svilupparle. E perché no, fare qualcosa di concreto, tipo pubblicare, in un secondo momento.

Il secondo gruppo che venne a formarsi diventò invece una specie di "non scuola". C'erano molti ragazzi veramente bravi, sia nella tecnica che nella creatività. Si disegnava tantissimo, anch'io in quel periodo feci un po' più del solito. Ci si consigliava a vicenda e si prendeva spunto. Credo che a qualcuno questi laboratori abbiano fatto bene.

Poi vabbé, altri impegni, l'estate e la mia malagestione. Gli incontri sono finiti.

Sono passati due anni. Io ora sto finalmente portando avanti e concludendo qualcosa. Non sono più a Roma, e molti di quei ragazzi li ho persi di vista.

Li ringrazio tutti. Dirò un paio di nomi a caso, che la mia memoria ha sempre i buchi: Ken, Davide, Giorgio, Giuseppe, Mw, Alessio, Elisabetta.

Qualcosa di buono è rimasto, spero. E sarebbe bello se cose del genere nascessero di nuovo.

Non corsi di fumetti a pagamento, dove un maestro tiene banco. Sarò rompipalle, ma l'arte non si insegna.

Ma ci si può confrontare. Il buono delle scuole è che sei costretto a disegnare per ore ogni giorno, perché alla fine ci sarà un voto.

O scrivere. Dimentico che di tanto in tanto si parlava anche di sceneggiatura, a questi incontri.

Ci sono altri modi, per crescere ed imparare. Incontrarsi, disegnare tutti insieme come nelle botteghe del rinascimento, divertirsi e chiacchierare. Non perché devi, ma perché hai tempo e modo, e ti diverte. Male che vada hai passato un bel pomeriggio.

E insomma, ecco il bilancio. Una bella esperienza che sarebbe bello far rinascere.

Se qualche sconosciuto amante di fumetti finisse qui, e fosse talmente scemo da riprovarci, batta un colpo. Gli dirò gli sbagli che abbiamo fatto nel Progetto Fumetto Roma, e cosa invece ha funzionato.

Grazie!

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